Capitolo 1: Il mio viaggio da padre
Ciao, sono Massimo, il papà di Sandro, un ragazzo di 16 anni che, da tre anni, alterna momenti di solitudine chiuso nella sua camera
Ho deciso di raccontarvi la mia esperienza come padre, sperando che possa aiutare chi si trova a vivere una situazione simile. In particolare, voglio parlarvi delle difficoltà emotive che un babbo può affrontare quando un figlio, come Sandro, inizia a ritirarsi dalla vita sociale.
Capitolo 2: Il senso di smarrimento
Quando Sandro ha cominciato a isolarsi, mi sono sentito sopraffatto da un profondo senso di smarrimento e di fallimento. Come padre, ho pensato di aver sbagliato tutto. È difficile da ammettere, ma l’orgoglio maschile, che mi faceva sentire invincibile, si è sgretolato di fronte alla realtà. Come può un uomo, che crede di essere invincibile, trovarsi impotente di fronte alla sofferenza di suo figlio? La domanda che mi facevo continuamente era: "Cosa devo fare per aiutarlo?" Uscire da quella situazione non è stato affatto semplice.
Capitolo 3: La forza di chiedere aiuto
Tuttavia, non ho fatto l'errore di restare da solo con il mio dolore. Avevo già intrapreso percorsi di crescita personale, quindi non mi è stato difficile cercare aiuto da una psicologa. Solitamente, però, un uomo pensa: "Io da un cura matti non ci andrò mai!" Eppure, questa scelta si è rivelata fondamentale. Non solo Sandro aveva bisogno di supporto, ma anche la nostra relazione, quella con la mamma di Sandro, necessitava di una guida. Dopo aver incontrato vari professionisti, abbiamo trovato la Dottoressa Stefania, che ha cominciato a lavorare con noi. Il suo intervento è stato fondamentale, non solo per Sandro, ma anche per il nostro rapporto di coppia.
Capitolo 4: La separazione e la nuova solitudine
Tuttavia, mentre la situazione con Sandro migliorava, la nostra coppia non riusciva a reggere. La mamma di Sandro ha preso la decisione di separarsi, ed io, da "capitano della nave", mi sono sentito come se avessi lasciato affondare la mia famiglia. Il peso della separazione, unito alla difficoltà di vedere Sandro con meno frequenza, ha reso tutto ancora più pesante. Mi sentivo in una spirale di fallimenti e impotenza, e la solitudine nella nuova casa sembrava inghiottirmi.
Capitolo 5: La lotta con l’impotenza
Durante quel periodo, la relazione con Sandro continuava ad essere complicata. Non era facile comunicare con lui. Quando tentavo di cercarlo, mi rispondeva con freddezza o, peggio, con indifferenza. I suoi "Che vuoi?" e "Esci!" erano come frecce che mi trafiggevano il cuore. I miei tentativi di dialogare finivano sempre con il silenzio, e spesso pensavo di mollare tutto, convinto di essere tagliato fuori dalla sua vita. Le discussioni con la mamma su cosa fare non facevano altro che aumentare il mio senso di frustrazione.
Capitolo 6: La forza del cambiamento
Nonostante tutto, non mi sono arreso. Grazie al continuo lavoro con la Dottoressa Stefania sono riuscito a vedere qualche miglioramento, sia dentro di me che nel rapporto con Sandro. Prima, le sue emozioni riuscivano a gettarmi nel baratro, ma grazie ai consigli della dottoressa, ho imparato a prendere le "mazzate" senza crollare, a riprendermi, a cambiare il mio approccio verso di lui.
Capitolo 7: L'amplificatore delle sue idee
Uno degli insegnamenti più importanti che ho appreso è stato paragonare il mio ruolo a quello di un amplificatore. Immaginate uno stereo: per farlo funzionare, serve un amplificatore. Nella vita di Sandro, io dovevo diventare quell’amplificatore. Le sue idee erano tante, anche se spesso ne portava avanti poche, ma io dovevo cercare di amplificarle con empatia, cercando di mettermi nei suoi panni. Quando mi diceva "Non mi interessa più", io dovevo comunque mostrare interesse. Dovevo imparare a seguire le sue passioni, anche quelle che non condividevo. Mi sono sforzato di capire cosa lo appassionava, anche se si trattava di cose che a me sembravano insignificanti.
Capitolo 8: La scoperta di un mondo nascosto
Un giorno, mentre Sandro stava giocando con il tablet e il cellulare, ho avuto una rivelazione che mi ha sorpreso. Giocava a un videogioco in cui doveva riconoscere bandiere di paesi del mondo e individuare le nazioni su un mappamondo senza i nomi. Con mia grande sorpresa, non sbagliava mai. Io e l’educatrice eravamo sconvolti: riuscivamo a indovinare solo le bandiere europee, mentre lui era perfetto. Il giorno dopo gli ho chiesto come facesse a sapere tutte quelle cose, e la sua risposta è stata: "Giocando a FIFA". Un videogioco di calcio, che all’apparenza sembrava solo un passatempo, si era rivelato una porta per una conoscenza sorprendente.
Capitolo 9: La speranza per il futuro
Questa esperienza mi ha insegnato che dietro ogni gesto, ogni passività, c'è un mondo nascosto che, se riesci a capire, ti fa vedere il tuo figlio in un modo completamente diverso. Il mio viaggio come padre non è finito, ma oggi sento di avere più consapevolezza e forza per affrontarlo. La strada è ancora lunga, ma ogni piccolo passo mi avvicina di più a comprendere Sandro e, soprattutto, a essere il babbo che voglio essere.
Samved